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Dott.ssa

Nicoletta Zazzeri

Medico Psichiatra Psicoterapeuta 

DISTURBI e approccio 

farmacologico 

© 2022 Tutti i Diritti Riservati.

Disturbi depressivi

Le condizioni depressive di interesse clinico si dispiegano lungo un continuum che va dai sintomi subsindromici, alla depressione minore fino alla depressione maggiore. La depressione minore si manifesta con meno sintomi di quella maggiore e tende ad avere episodi più brevi, minori comorbidità e complicanze e minor tendenza alle ricadute anche se è comunque una condizione piuttosto comune che causa disagio significativo e compromette il funzionamento socio-lavorativo e relazionale. Spesso si accompagna a sintomi fisici e ad altri disturbi soprattutto d’ansia. La depressione maggiore è più grave e invalidante e tende alle ricadute e alla cronicità soprattutto se non trattata adeguatamente.

Disturbo d’ansia generalizzata (GAD)

 

 

Si caratterizza per la presenza di preoccupazioni eccessive e persistenti difficili da controllare che causano disagio significativo. Sono inoltre presenti sintomi psichici quali apprensione e irritabilità e sintomi somatici come affaticamento e tensioni muscolari.

Disturbo di panico

Gli attacchi di panico si presentano come episodi improvvisi e spesso  inaspettati (a ciel sereno) di intensa paura accompagnata da una serie di sintomi fisici che intensificano ulteriormente la paura fino a culminare nella caratteristica paura di morire o di impazzire o perdere il controllo.

Gli episodi di solito durano da alcuni minuti ad un’ora e si possono divenire ricorrenti portando alla paura del loro ritorno o delle loro conseguenze; questa condizione di intensa preoccupazione può a sua volta portare a cambiamenti nel comportamento in particolare all’evitamento delle circostanze che possono scatenare nuovi attacchi.

Disturbo ossessivo-compulsivo (OCD)

Si caratterizza per la presenza di pensieri o immagini intrusivi ricorrenti (ossessioni) che causano ansia e malessere e da comportamenti o sequenze mentali ripetitive (compulsioni) che l’individuo si sente spinto a compiere sia in relazione ad un‘ossessione o secondo regole che egli crede debbano essere applicate rigidamente per ottenere un senso di “completezza”. 

Disturbi del Sonno

 

I disturbi del sonno più frequenti nella pratica clinica sono: insonnia, ipersonnia, disturbi del ritmo sonno-veglia e le parasonnie. Questi disturbi possono creare notevole disagio soggettivo e ridurre le performance psicofisiche diurne. Richiedono, pertanto, un corretto inquadramento diagnostico ed un corretto trattamento per evitare che si sviluppino altri disturbi o che la loro presenza comprometta il trattamento di altri disturbi. Infatti, in caso di episodi depressivi, è estremamente importante che gli eventuali disturbi del sonno correlati vengano trattati efficacemente per migliorare la prognosi, presente e futura, dell'episodio depressivo stesso.

Approccio Terapeutico

I disturbi d'ansia e dell'umore sono “universi” complessi e multifattoriali in cui fattori psicologici, biologici e ambientali si intrecciano e si influenzano tra loro in modo peculiare in ogni individuo.

Per trattare efficacemente queste condizioni che provocano disagio e sofferenza, vissuti in modo peculiare da ogni individuo a seconda della sua storia, della sua personalità e della sua specifica sensibilità psico-fisica, è necessaria una buona alleanza terapeutica, costruita sull’ascolto e l’empatia, che tenga conto di questi aspetti e li possa utilizzare al meglio durante il percorso di cura. 

Gli specifici interventi terapeutici che si utilizzano nella pratica clinica si basano principalmente su tecniche psicoterapiche e sull’utilizzo  degli psicofarmaci; entrambi sono validi strumenti che possono ridurre la sofferenza psichica cercando di trasformarla in un’esperienza evolutiva e conoscitiva che può arricchire il percorso esistenziale del paziente.

Ansiolitici

Si tratta essenzialmente delle Benzodiazepine (Lorazepam, Bromazepam, Delorazepam, Clonazepam, Alprazolam, Triazolam, etc.) che possiedono un'azione ansiolitica, sedativa, miorilassante e antiepilettica. 

Hanno una azione piuttosto rapida a fronte di una ridotta incidenza di effetti collaterali, sono dunque prodotti molto ben tollerati. Vengono comunque utilizzati solitamente in combinazione con altri farmaci (soprattutto antidepressivi) e per brevi periodi di tempo per evitare di andare incontro a tolleranza e/o dipendenza. 

Antidepressivi

Sono molecole differenti per struttura e meccanismo d'azione; tra i più utilizzati: Inibitori Selettivi della Ricaptazione della Serotonina (SSRI), Inibitori Selettivi della ricaptazione della Noradrenalina e della Serotonina (SNRI) e Antidepressivi triciclici (TCA). Gli antidepressivi possono agire sia sui sintomi depressivi

(e quindi la loro prima indicazione sono i disturbi dell’umore) che sui sintomi dei vari disturbi d’ansia (disturbo da attacchi di panico, d'ansia generalizzata, disturbo ossessivo-compulsivo) nei quali vengono impiegati con ottimi risultati. Gli antidepressivi non sono associati a fenomeni di dipendenza e/o assuefazione. Gli effetti collaterali sono solitamente lievi e transitori, tendono infatti a scomparire dopo qualche giorno dall’inizio della terapia o con un aggiustamento dei dosaggi. Gli effetti collaterali sono comunque reversibili alla sospensione del farmaco. 

Dott.ssa Nicoletta  Zazzeri

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